Bernard Moitessier



Bernard Moitessier, l'hippie degli oceani
La vita del celebre navigatore francese ha incantato e continua ad affascinare intere generazioni. I suoi libri rappresentano il testamento spirituale di un uomo che ha dedicato tutta la sua vita al mare, alla natura, alle battaglie pacifiste.


Nel 1968 Bernard Moitessier, classe 1925, fa parlare il mondo intero per la decisione di abbandonare la regata intorno al mondo in solitaria e senza scalo. Proprio quando è in testa a tutti e l'attendono onori e premi favolosi, volta le spalle alla fortuna per continuare invece la navigazione lontano da rotte troppo affollate e soprattutto senza spirito di competizione. Moitessier diventa un mito, e non solo per gli amanti della navigazione. Dirà in seguito "tendevo in alto, molto in alto, al limite estremo della mia visibilità, ai confini del mio istinto, là dove le cose mutano forma". Cullato dalle onde lunghe dell'Oceano Pacifico spiegherà poi il suo provocatorio abbandono della corsa in un libro che diventa un cult, La Lunga Rotta.


Quindi, per quattordici lunghi anni di lui non si saprà più niente. Vivrà nelle isole della Polinesia, sempre in barca, ma la sua filosofia di vita non è la fuga dalla civiltà piuttosto la ricerca delle grandi verità della vita e con un impegno costante per le nobili battaglie dell'ecologismo e del pacifismo a cui partecipa attivamente, a cominciare dalla campagna condotta nel 1973 dagli autonomisti della Polinesia francese che si oppongono agli esperimenti nucleari nel Sud Pacifico. Vivendo il mare, sul mare e per il mare, ma sempre vicino agli uomini di buona volontà Moitessier non si stanca di combattere quello che egli chiama il grande nemico: la stupidità umana, senza distinzioni di classi e di origini, che la si trovi nei chilowatt delle centrali nucleari, nell'illusione delle guerre giuste e nelle presunte superiorità di chi le combatte, nelle forme di colonialismo più subdolo, meno visibili e più ingombranti, nelle scelte irresponsabili e inique del cosiddetto progresso.


Zaino in spalla Moitessier trascorrerà anche un breve periodo della sua vita lontano dai mari del sud, per intraprendere la strada della meditazione, del tai chi, e per avvicinarsi agli insegnamenti di Gurdjeff. Poi tornerà alla sua barca per continuare a girare di isola in isola interessandosi a tentativi di coltura felicemente riusciti, soprattutto piantando palme da cocco per salvaguardarne l'esistenza, incrementare la produzione della copra e frenare lo spopolamento degli atolli.


Moitessier muore il 16 giugno 1994 pochi mesi dopo la pubblicazione del suo libro testamento, "Tamata e l'Allenza", che lo ha reso una leggenda. L'hippie degli oceani, il giardiniere delle isole, come veniva soprannominato si arrendeva alla "Bestia" come egli chiamava il tumore che lo aveva lentamente consumato.


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